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Supporters
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about us
The following is a series of letters and awards from institutions, authorities and private, in respect of the Museum and it took place:
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Organization chart
ANZIO BEACHHEAD RESEARCH AND DOCUMENTATION CENTRE |
President |
Patrizio Colantuono |
Vice President |
Silvano Urbani |
Councillors |
Cristiano Colantuono - Cristoforo Colella - Roberto Iacovoni - Giuliana Iotti |
Members |
Mauro Agostini - Antonio Cappuccia - Fernando Carrini - Claudio D'Angiolella Clemente Marigliani - Renzo Mastracci - Anna Marino - Giuseppe Tulli |
Scientific Director - Anzio Beachhead Museum |
Antonella Mosca |
Creation website |
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Photographs |
This email address is being protected from spambots. You need JavaScript enabled to view it. - Marcello Benassai |
lo sbarco di anzio
Alle prime ore del 22 gennaio 1944 un convoglio di 374 navi sbarcava la prima Div.Britannica sul tratto di costa fra le Torri Caldara e S. Lorenzo a Nord di Anzio mentre la terza div. Americana prendeva terra sull’arco costiero compreso tra Nettuno e Torre Astura convenzionalmente noti come Peter Beach e X Ray Beach.
Si dava così il via all’operazione “Shingle”, voluta strenuamente da W. Churchill e approvata durante la conferenza di Marrakech del 7-8 gennaio. Alle due divisioni erano aggiunte altre forze costituite da reparti dei genieri e da un gruppo di assalto di Rangers che furono i primi soldati a mettere piede sulla testa di ponte, occupando il Porto mentre due navi lanciarazzi concentravano un fuoco intensissimo sulle spiagge designate allo sbarco Era una notte chiara e un po’ fredda come accade spesso in gennaio sulle coste del Tirreno, quando, con il levar del sole che riscalda uomini e cose, l’innato ottimismo dei marinai chiama questo periodo “primavera a mare”. Dopo pochi giorni purtroppo iniziarono le grandi piogge e, con gli allagamenti della Moletta, causarono disagi infiniti e difficoltà enormi al proseguimento delle operazioni.
Oggi si scrive ancora molto e si disserta sul perché le forze sbarcate ad Anzio non abbiano occupato subito Roma, risultando la zona completamente sfornita di truppe tedesche da combattimento, benché una divisione corazzata tedesca avesse stazionato ad Anzio fino a 48 ore prima e poi inviata a Cassino.
Dalla documentazione ufficiale si è portati a concordare che le istruzioni, seppure vaghe, impartite al Gen. John P. Lucas al comando del VI Corpo sbarcato ad Anzio (che faceva parte della V Armata comandata dal Gen. Mark Clark mentre tutte le forze alleate in Italia erano sotto il comando del Gen. Alexander) fossero in primo luogo di “costituire e consolidare una testa di ponte in prossimità di Anzio” e, secondariamente, secondo le istruzioni operative di Alexander, di “tagliare le principali linee di comunicazione (occupazione dei Colli Albani) e minacciare da tergo il XIV Corpo d’Armata tedesco a Cassino”.
Come mai questo obbiettivo strategico venne raggiunto soltanto alla fine di maggio dal momento che solo pochi reparti di soldati tedeschi in licenza o convalescenti furono inviati a contrastare la testa di ponte, lasciando alla già scarsa aviazione il compito di bombardare le navi alla rada o in porto?
Alcuni fatti stanno però a dimostrare la rapidità e l’efficienza con cui il Comando germanico riuscì ad organizzare la difesa. A scopo diversivo infatti, ma forse nella speranza di aggirare la linea Gustav imperniata su Montecassino, gli Alleati tentano l’attraversamento del fiume Rapido prima dello sbarco di Anzio ma la 36^ Divisione Americana è costretta a ritirarsi con gravi perdite (25 gennaio); tre battaglioni di Rangers penetrarono nottetempo a Cisterna ma, nonostante il valore di quei reparti scelti, soltanto pochissimi uomini possono rientrare nelle retrovie (29-30 gennaio); forze della divisione britannica raggiungono Campoleone ma il battaglione dei Scherwood Foresters viene sacrificato (31 gennaio – 4 febbraio) senza successo. Infine, dopo aver rioccupato Aprilia il 9 febbraio, le forze alleate rischiarono seriamente di essere ricacciate in mare oppure distrutte sulla testa di ponte (16 – 19 febbraio) ove i tedeschi non fossero stati sottoposti giorno e notte, senza interruzione al cannoneggiamento delle navi da guerra al largo di Torre S. Lorenzo e dagli aerei quando lo consentivano le condizioni atmosferiche.
Ciò a significare che le divisioni sbarcate ad Anzio erano chiaramente insufficienti a raggiungere gli obbiettivi preposti, figuriamoci per occupare anche Roma, tanto che la linea Gustav non cedette un solo metro. Furono fatti affluire con urgenza rinforzi notevoli fino a raggiungere la consistenza di 3 Divisioni americane e 3 britanniche nei mesi di gennaio – aprile, in aggiunta ad altri reparti speciali quali la prima Special Force americano – canadese che tenne da sola lungo il Canale Mussolini.
In questi frangenti la quasi totalità della popolazione di Anzio e Nettuno, profughi di Aprilia, di Ardea e dell’Agro Pontino fu imbarcata su Navi Alleate, dal porto di Anzio fino a Napoli, per essere smistata verso le regioni più tranquille del sud con il loro carico di bambini, di poche masserizie consentite di tanta disperata miseria. Vi furono purtroppoanche vittime tra i civili, ma non quanto fosse logico supporre dalla ristrettezza della testa di ponte ove convivevano fianco a fianco soldati e popolazione, facile bersaglio dell’artiglieria avversaria e dei seppur infrequenti raids dell’aviazione. A completamento del quadro storico attorno allo sbarco di Anzio citiamo la presa di Cisterna (25 maggio), la riconquista di Aprilia (28 maggio), l’occupazione di Velletri (1° giugno) e finalmente l’entrata a Roma del Gen. Mark Clark con a fianco il Gen. Lucian Truscott succeduto a Lucas (4 giugno).